Turisti delle Macerie


Turisti delle macerie - Images by Roberto Deri Le prime parole degli amici quando gli ho detto che andavo all'aquila a Ferragosto. - Cosa fai vai a vedere come se la passano quei poveri disgraziati ? Vai a vedere le macerie e la miseria di chi ha perso tutto ? - Ma cos'è un viaggio del PD ? Vuoi anche la bandiera della pace ? - Ma hai qualche donna che devi incontrare laggiù ? - All'aquila , a fare che ? A chi volevo rispondere seriamente ho detto : "Vado a vedere davvero che cosa succede perchè non mi fido di quel che raccontano in TV " In realtà la TV non ce l'ho ed ho difficotà a nascondere il lato cinico e morboso che il turismo delle macerie suscita nelle coscienze, anche nella mia. Arrivato all'aquila ho visto una città che c'è ancora. Distrutta e puntellata, ma ancora visitabile. I pochi locali che sono riaperti son frequentati da miltari, lavoratori e turisti. Quello che non c'è più in questa città sono i suoi abitanti. La città non appartiene più a loro ma allo stato italiano. L'Italia se l'è ripresa con forza questa terra, riempiendola di divise, bandiere, cartelli con i nomi delle istituzioni e targhe della protezione civile. Una vecchia città coi suoi tesori sepolti. Come messi in congelatore, sotto tutela dello stato iItaliano in attesa di soldi ditte e muratori. Un museo delle macerie percorribile solo nella via centrale della città. Tutti gli accessi alle vie laterali sono transennati e presidiati 24 ore su 24 dal corpo degli artiglieri. La notte non c'è nessuna luce accesa. I suoi abitanti sono stati distribuiti sul territorio circostante. Gli aquilani non vivono più qui. Si sono spostati tutti nelle periferie fatte di casette tutte uguali oppure chissà dove. E poi Fossa, Onna e Monticchio. Paesi fantasma popolati solo da gatti e dai pochissimi coraggiosi che hanno caparbiamente deciso di restare a casa propria. Vecchi eroi soli e guardinghi, unici custodi delle cose e dei luoghi in cui son sempre vissuti. Mi avvicino alla gente con il timore di offendere con il cinismo tipico dei giornalisti. Cinque minuti una polaroid. Click. Viviamo nella società dello spettacolo, il mondo va veloce e veloce dimentica. Invece trovo persone splendide, disponibili, accoglienti ed abbastanza contente che la gente di fuori venga qui, parli con loro e porti un pò di solidarietà. Adesso che sono quà rispondo : " son venuto a fare il tifo per l'aquila. Fotografo i turisti delle macerie e parlo con la gente." Il cinismo del turista delle macerie non deve essere del tutto disprezzato. Non solo dal punto di vista economico è una risorsa, ma è una sensibilità da apprezzare. Ad un turista ho sentito dire " Sembra di essere nel film di Rossellini Berlino anno zero." In realtà il titolo esatto è Germania anno zero ed è una storia che si svolge in una città distrutta da una guerra. Qui è diverso, mi ha detto un'aquilano : " E' stato peggio di una guerra, da un nemico almeno ti puoi difendere."

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